martedì 22 settembre 2015

Oscar.697


Una ricetta di polibibita futurista illustrata da Fortunato Depero.


Nel teorizzare la loro cucina futurista, Marinetti e Fillìa non hanno di certo tralasciato un importante elemento: il bere. Amavano il vino, sicuramente, come quello delle Cantine Valpolicella Negrar. Ma non molti sanno che i futuristi sono stati i veri inventori dei cocktail: quelli che ora sorseggiamo in ogni bar, in ogni parte del mondo, sono in realtà in gran parte influenzati, nati, sono stati perfezionati partendo dalle cosiddette polibibite (cocktail, parola straniera, era inaccettabile nel vocabolario italianissimo dei futuristi). 

Il principio è lo stesso adottato per il cibo: colore, sapore, tatto, tutti i sensi partecipano alla riuscita in queste miscele assolutamente uniche, alcune attuali, altre un po’ folli. È sufficiente leggere i nomi delle quattro categorie in cui queste polibibite erano suddivise per accorgersi della loro portata rivoluzionaria: c'erano i decisoni, pensate per prendere, come dice il nome, decisioni importanti; prestoinletto, adatte per l'inverno; paceinletto, per assicurarsi un bel sonno ristoratore; guerrainletto, per chi invece aveva, per la notte, tutt'altri "piani".   


Copertine di "1000 misture", libro dedicato alle polibibite,
 scritto da Elvezio Grassi, illustrato da Piquillo (Carlo Pandolfi), nell'edizione di Licinio Cappelli, Bologna, 1936.


Uno degli ingredienti principe usato dai futuristi era proprio il Vermut, o Vermouth, nella sua variante rossa o bianca. 


Un bicchiere di Avanvera era composto da Vermut rosso, cognac e liquore Strega.
Foto da Gazzettagolosa.


Quindi non poteva mancare nel nostro Pranzo Improvvisato uno dei più interessanti produttori di questa bevanda: Oscar.697, giovane marchio, nato nel 2012, che ha ripreso la tradizione del Vermut e la ripropone oggi con una ricetta, appunto la numero 697, unica. 




Il 24 settembre in Triennale, alle 18, il menù non può che prevedere: Pranzo Improvvisato con Oscar.697!


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