mercoledì 16 settembre 2015

Allestire Pranzo Improvvisato



La sala della Triennale di Milano dove si terrà Pranzo Improvvisato è luminosa, con le pareti candide. Non ci sono appoggi, chiodi o sostegni alle pareti, il vetro è luminoso (e intoccabile), non ci sono ganci né cornici. Una scatola vuota che è stata messa a disposizione per noi e che possiamo riempire. 


La piantina della sala


Le prime riflessioni che sorgono sono due: vogliamo che le immagini emergano come farebbero i piatti su una bella tovaglia bianca; vogliamo anche che le ricette illustrate pervadano lo spazio, come a entrare in un ristorante, quasi che si possa sentirne il profumo, che se ne possa apprezzare appieno la forza.  

Chi ha progettato l'allestimento e creato la struttura espositiva della mostra sono stati Nicolò Gazzola (architetto), Letizia Abbate (grafica) e il mastro falegname Roberto Volpi con la sua azienda Tecknolegno.


Studio di Nicolò Gazzola per il progetto
degli espositori "totem" per Pranzo Improvvisato



Insieme hanno progettato i totem, misurato, fatto prototipi; Roberto ha intagliato, montato, assemblato. 
Sono riusciti a dare una forma così semplice, discreta e coerente a quello che maldestramente, nei primi incontri organizzativi, chiamiamo “supporti”, “appoggi”, “montanti”,"ganci". 
Invece, la struttura su cui le illustrazioni verranno montate è stata studiata e pensata con coerenza, da chi, con grande sensibilità, ha saputo capire il progetto, e ha trovato il modo di dare ancora più risalto ai poster, sia cromaticamente, con un materiale non aggressivo, sia matericamente: anche la carta vuole la sua parte, il supporto è importante, ha un suo spessore, una sua luce; i colori stampati hanno una brillantezza da valorizzare. Perciò si sceglie il legno chiaro, si opta per la leggerezza e la semplicità, si cerca l'essenzialità.


Da sinistra: Roberto Volpi, Cristina Amodeo, Nicolò Gazzola e Ilaria Faccioli
da Teckolegno, con il prototipo del totem



Anche in questo caso, Pranzo Improvvisato ha potuto contare su una vera squadra, con mani e teste, pensieri e forza, che hanno reso possibile la mostra, e che le hanno regalato anche una marcia in più: chissà che Pranzo Improvvisato non possa ora viaggiare più facilmente anche altrove, e visitare altri musei, biblioteche, luoghi inaspettati. Sarebbe bello, e lavoreremo anche su questo. 



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